A Roma le catacombe costituiscono l’unica testimonianza archeologica di una ricca comunità. Questi cimiteri sotterranei sembrano comparire alla fine del II secolo e ad inizio III secolo. Le necropoli sotterranee degli ebrei apparvero subito sotto forma di catacombe già estese e programmate per eventuali sviluppi futuri. Maggiormente presenti a Roma, dove si era sviluppata una forte comunità a causa dell’intenso traffico commerciale, se ne trovano tracce anche in altre parti d’Italia, come a Venosa in Basilicata e a Sant’Antioco in Sardegna. In tutto le catacombe ebraiche presenti a Roma erano sei: le due di Villa Torlonia, sulla via Nomentana; quella di Vigna Randanini sulla via Appia; quella della Vigna Cimarra lungo la via Ardeatina; quella della via Labicana e quella di Monteverde, detta anche della via Portuense, ma solo due si sono salvate attraverso i secoli e la storia: quelle di Villa Torlonia e di Vigna Randanini.

La maggiore originalità delle necropoli ebraiche risiede nella decorazione delle tombe e nelle testimonianze epigrafiche. La decorazione dipinta, incisa o graffita è generalmente molto sobria e piuttosto rara. Sono generalmente ripetuti i simboli religiosi più tipici della religione ebraica, l’aron (armadio aperto contenente il rotolo della legge), la menorah, l’ethrog (il frutto del cedro), il melograno, simbolo della continuità della vita dello spirito dopo la morte). I dati più significativi per la conoscenza della comunità ebraica romana si ricavano senza dubbio dal ricco corpus delle iscrizioni, che testimoniano un buon livello culturale dei defunti.

Per visite:

Catacombe di Villa Torlonia: in manutenzione a cura della Soprintendenza Archeologica e il Comune di Roma
Catacombe di Vigna Randanini: 06.81905367
Catacombe di Venosa: 0972.36095

Contatti: fondazione@ucei.it